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Europa 2020: la nuova programmazione

L'Unione europea sta vivendo una fase di trasformazione, soprattutto a causa della globalizzazione, del cambiamento climatico e dell'invecchiamento della popolazione. La crisi finanziaria del 2008 ha rimesso in discussione i progressi sociali ed economici in precedenza conseguiti. La ripresa economica timidamente avviata nel 2010 deve accompagnarsi ad una serie di riforme per assicurare lo sviluppo sostenibile dell'UE nel prossimo decennio. La Commissione propone ora una nuova strategia politica  «Europa 2020 -  una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva»  a sostegno dell'occupazione, della produttività e della coesione sociale, con una serie di obiettivi da raggiungere entro il 2020:

  • portare al 75% il tasso di occupazione delle persone di età compresa tra 20 e 64 anni;
  • investire il 3% del prodotto interno lordo (PIL) in ricerca e sviluppo;
  • ridurre del 20% le emissioni di carbonio (fino al 30 %, ove le condizioni lo permettano), aumentare del 20% la quota di energie rinnovabi e aumentare del 20% l'efficienza energetica;
  • ridurre sotto il 10% il tasso di abbandono scolastico e portare al 40% il tasso dei giovani laureati;
  • ridurre di 20 milioni di unità il numero delle persone a rischio povertà.

La messa a punto degli strumenti comunitari per il nuovo periodo di programmazione 2014-2020 procede secondo il metodo del partenariato territoriale, che sta impegnando in questi mesi gli enti e le autorità locali, le parti economiche e sociali, le organizzazioni rappresentative della società civile, i partner ambientali, le organizzazioni non governative e gli organismi di promozione della parità tra uomini e donne.

Nella consultazione promossa il 2 luglio scorso a Udine, la Regione FVG ha presentato fra l’altro l’esito di un ampio sondaggio condotto con l’ausilio di Informest da cui sono emerse una serie di indicazioni di priorità.

FESR

  1. Ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione: promuovere gli investimenti delle imprese in R&I, lo sviluppo di prodotti e servizi, il trasferimento di tecnologie, l'innovazione sociale e le applicazioni nei servizi pubblici, lo stimolo della domanda, le reti, i cluster e l'innovazione aperta attraverso la specializzazione intelligente (79%);
  2. Competitività delle PMI: promuovere l'imprenditorialità, nuove idee, nuove imprese (55%);
  3. Ambiente: sostenere l'efficienza energetica e l'uso dell'energia rinnovabile nelle infrastrutture pubbliche e nel settore dell'edilizia abitativa (40%);
  4. Risorse umane: investire nell'istruzione, nella qualificazione professionale e nella formazione permanente, sviluppando l'infrastruttura scolastica e formativa (69%).

FSE

  1. Promuovere l'occupazione e la mobilità professionale stimolando l’attività autonoma, lo spirito imprenditoriale e la creazione di imprese (51,8%);
  2. Investire nell'istruzione, nelle competenze e nella formazione permanente, con aumento delle possibilità di accesso alla formazione permanente  (50,6%);
  3. Inclusione sociale e lotta alla povertà, strategie di sviluppo locale realizzate dalla collettività (53%).

Proposte aggiuntive:

- sostenere l’industria creativa collegata al Made in Italy;
- tutelare il patrimonio culturale a fini turistici e di sviluppo economico;
- favorire lo sviluppo economico della montagna;
- sviluppare politiche per il settore abitativo

Franco Rota

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